Colapisci
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Recentemente ho letto di
uno studio importante condotto su un crostaceo che tanto mi sta a cuore per la
sua simpatia e la sua fedele presenza in moltissime immersioni. Il crostaceo è
il paguro bernardo (nome
generico che però è attribuibile ad almeno 4 specie:
Dardanus calidus,
Dardanus arrosor, Pagurus bernhardus e Paguristes eremita) e la
ricerca, svolta da un gruppo di ricercatori dell’università di Playmouth,
guidati da Mark Briffa, ha indagato sulle attitudini caratteriali di questa
specie.
Durante un’immersione
notturna capitava spesso di trovare l’amico Bernardo con la sua conchiglia e
la sua nutrita collezione di attinie da portare a spasso.
La scelta della conchiglia,
per il paguro, è molto importante.
Esistono due famiglie di paguri: i Diogenidi, con chele uguali o più sviluppata quella sinistra, e i Paguridi, con chela destra più grande. Esaminiamo le specie più diffuse nel nostro Mediterraneo, cioè quelle che possiamo incontrare sott’acqua con un po’ di fortuna e un pizzico di attenzione.
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Il
Dardanus
calidus,
è il nostro amico Bernardo più conosciuto
e il più grande di tutti (carapace fino a 6
cm e oltre); sul rosso di fondo del suo corpo distingueremo alcune sfumature
giallastre e una fitta peluria gialla, oltre ad un paio di striature bianche sui
peduncoli oculari, alla cui estremità gli occhi neri ed espressivi (forse
l’espressione è una mia fantasia), molto mobili, mi consentono di cogliere gli
sguardi curiosi del più simpatico tra i crostacei. |
In notturna sui fondi mobili dello Stretto di Messina, mi è capitato di
incontrare saltuariamente anche un piccolo paguro che non supera i 2 cm, di
colore rosso intenso. |
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Molto frequente, specie sui fondi misti con prevalenza
di diversi tipi di detrito che tanto frequento durante le mie notturne, è invece
il Clibanarius erythropus, un paguro marroncino o verdastro, con
macchie azzurre sui chelipedi e con pereiopodi striati di rosso, blu o bianco.
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Diogenes pugilator - Photograph by Hans Hillewaert in wikimedia.org |
Diogenes pugilator,
tipico di fondali sabbiosi, presenta invece un colore molto simile alla sabbia e
chelipedi asimmetrici, con il
sinistro più grosso del destro, più sviluppato nel
maschi rispetto alla femmina. |
Un altro piccolo paguro, ma di un colore rosso intenso, è il Calcinus tubularis, anche lui con chelipede sinistro più grosso del destro, e con peduncoli oculari rossi molto lunghi.
È possibile incontrarlo soprattutto lungo le pareti rocciose,
affacciato da tubi vuoti di vermetidi o serpulidi. |
Un’altra specie che
vive in simbiosi con un’attinia, anche se l’insieme è di dimensioni notevolmente
contenute rispetto all’amico Bernardo, è il Pagurus prideaux, che
vive su svariati tipi di fondale, fino a 400 m di profondità. |
Pagurus anachoretus presenta invece la chela
destra piatta, liscia e molto pelosa, ma questo è un paguro che a dire il vero è
un po’ tutto “peloso”, con il carapace che non supera i 10 mm. Molto frequente nelle praterie di Posidonia, vive anche sino a 100 m di profondità e si arrampica ovunque; acrobata sui tubi degli spirografi, il “paguro peloso” è divertente e interessante da fotografare, sia per le peripezie che compie e le pose su sfondo nero che si riescono a congelare, sia per la simpatia e la curiosità che genera nell’osservatore.
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“Bernardo & f.lli, pulizia dei fondali” potrebbe essere il nome di questo gruppo di crostacei la cui spiccata simpatia nasce sicuramente dai movimenti rapidi delle chele e dai quei curiosi occhi posti all’estremità dei pedicelli, almeno così io li vedo quando sul fondo si radunano o si impegnano in attività diverse. Un esperimento simpatico potrebbe essere quello di tenere alcuni esemplari in acquario per studiare il loro comportamento, ma nel caso è bene ricordare che niente e nessuno può convivere in vasca con questi vivaci crostacei. Tuttavia le osservazioni potrebbero risultare interessanti e stimolanti e il gioco sicuramente vale la candela, come si suole dire… |
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Francesco Turano
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