Colapisci  -   L'uomo che diventa pesce per scelta  o  per  necessità   -     Il tuffatore dello Stretto
Francesco Turano ci narra le meraviglie dello stretto


Vermi col ciuffo

Uno dei soggetti ai quali dedicai la mia attenzione all’inizio della carriera di fotografo subacqueo fu un comune verme: lo spirografo.
Un verme col ciuffo, molto bello.

Un ciuffo di setole poste intorno alla bocca con una funzione ben precisa: afferrare al volo tutto ciò che può essere setacciato col passare delle masse d’acqua spostate dalle correnti.
Lo spirografo mi colpì subito per la sua eleganza: un delicato pennacchio spiralato, partico-larmente sensibile alle vibrazioni, si ritirava istantaneamente all’interno di un tubo chitinoso semirigido, al minimo movimento; ed io ne restavo affascinato.  Avendo poi la fortuna di immergermi in luoghi dove esistono veri e propri “boschi” di spirografi, ho dedicato e dedico tuttora la mia attenzione a questi anellidi sedentari.

Sabella spallanzaniiVorrei pertanto presentarveli, parlando un po’ di loro e delle mie esperienze in natura.
I vermi col ciuffo sono una classe del
phylum anellidi, noti come policheti (in particolare mi riferisco ai policheti tubicoli). Hanno il corpo metamerico e sono forniti di ciuffi di setole chitinose dette chete.
I tubi dei policheti tubicoli possono essere mucosi o pergamenacei, incrostati di fango o sabbia, più o meno rigidi secondo la specie.

Le specie che ho avuto modo di conoscere, studiare e riprendere in Mediterraneo sono essenzialmente otto. Di seguito il biglietto da visita di ognuna di loro.


Mixicola infundibulum
o verme coppa di velluto è un verme che vive sepolto nella sabbia e il cui tubicino si vede appena sporgere dal fondo. Forse tra tutti è quello più sensibile alle vibrazioni e che si ritira più facilmente al cospetto di un sub.

Protula vermicularis

Salmacina incrustans si presenta come ammasso di esili e fragili tubicini intrecciati in modo disordinato, di colore bianco, aderente a substrati duri naturali (roccia) o artificiali (relitti). Ad una osservazione attenta e ravvicinata si nota questo insieme di diversi individui cementati tra loro, molto comuni in acque poco profonde.
La specie è nota anche come Filigrana implexa.
Sono animali ermafroditi e, all’estremità del tubicino, presentano ognuno il suo ciuffettino di setole, del diametro di circa un millimetro o meno.

Salmacina incrustans

Bispira volutacornis vive all’interno di un tubo di consistenza simile a quello dello spirografo, composto da una mucosa che solidifica a contatto con l’acqua inglobando particelle di sedimento; il tubo ha un maggior diametro rispetto allo spirografo e quindi è abbastanza più tozzo.
Il suo ciuffo
(lobi branchiali) è formato da due metà identiche, con spire variabili da una a quattro e con una colorazione striata su fondo arancio e giallo talmente bella da essere assimilata alla livrea di un pavone (da qui il nome volgare di verme pavone).
La sua altezza può raggiungere i 25 cm e i suoi luoghi preferiti sono gli spazi tra la pietre e i massi, il sedimento sabbioso o fangoso, sempre in prossimità di pietre o detrito, dove comunque riesce a insediarsi in modo relativamente protetto. Sensibilissimo a ogni minima vibrazione, si chiude rapidamente in una frazione di secondo.
Solo durante la notte è possibile osservarlo a distanza ravvicinata senza che il ciuffo di setole si ritiri all’istante.

Bispira volutacornis

Sabella penicillusSabella penicillus ha il corpo costituito da numerosi segmenti arrotondati dorsal-mente  e appiattiti sul lato ventrale.
Il tubo è piuttosto molle e incrostato di fango, ma mantiene comunque una posizione eretta.
La corona branchiale è formata da due lobi a semicerchio non avvolti a spirale, composti da filamenti piumati uniti tra loro da una membrana nella porzione basale.
Molte le varianti di colore che il ciuffo può assumere: dal rossastro al bianco striato con bande scure o macchie, dal vinaccio al bianco candido, con esemplari il cui ciuffo è di due colori, uno per ogni lobo. Vive su fondali sabbiosi, fangosi o detritici, ma lo si trova anche nelle praterie di posidonia.
Preferisce profondità comprese tra 10/20 e 50 metri, dove si trova infisso nel sedimento per oltre la metà della lunghezza del suo corpo.
Anche in questo caso il ciuffo branchiale è molto sensibile e rapidamente retrattile al minimo accenno di vibrazioni.

Serpula vermicularis
vive all’interno di un tubicino calacareo ed è abituato a soggiornare poco sotto la superficie e fino a quasi 2000 metri di profondità.
Aderisce a substrati duri di varia natura con quasi l’intera superficie del tubo stesso, sollevata soltanto nella sua porzione terminale.
Il ciuffo branchiale è bilobato e i singoli filamenti piumati sono uniti alla base da una sottile membrana.
Tra i due lobi del ciuffo è presente una struttura a forma di tronco di cono rovesciato: si tratta di un opercolo che serve a chiudere il tubo quando l’animale vi si rinchiude.
Il colore del tubicino può variare dal rosa al bianco, attraverso diverse gradazioni di giallo, mentre il ciuffo branchiale è solitamente rosso o violetto, con striature chiare rosa e bianche, ma può anche essere arancio carico o violetto.  La lunghezza del tubo calcareo può raggiungere i 5/7 cm mentre il diametro del ciuffo non supera i due-tre centimetri.

Serpula vermicularisSerpula vermicularis (gialla)

Protula intestinum ha il tubo calacareo talmente allungato e contorto da somigliare ad una porzione di intestino e presenta una sezione cilindrica con diametro variabile tra gli otto e i dodici millimetri.
Il colore del tubo è sempre bianco candido e la lunghezza può superare i 10/12 cm, risultando, in tal modo, il più grande tra i policheti mediterranei con tubo calcareo rigido.  La caratteristica che lo contraddistingue è lo splendido ciuffo color rosso-arancio molto vivo, ciuffo che raggiunge i sette/otto centimetri di diametro. Abitualmente vive isolato aderendo a substrati duri da pochi metri fino ad oltre cento di profondità. 
Frequenta preferibilmente i fondali detritici, dove aderisce a qualche piccolo sasso, ma non disdegna la roccia ne le poche superficie dure presenti sui fondali sabbiosi o melmosi, rappresentate da qualche relitto o qualche pietra sparsa.

Serpula intestinum (rossa)
Protula intestinum

Simile alla precedente in tutte le sue caratteristiche ad eccezione del colore del ciuffo è Protula tubularia, il cui pennacchio si presenta bianco candido, con solo qualche sfumatura e striatura arancio o rosa.

Protula tubularia

Sabella spallanzaniiSabella spallanzani ha invece un tubo molto allungato, cilindrico, eretto e di consistenza quasi gommosa, incrostato di fine sedimento e sovente coperto da alghe epifite.
Il pennacchio branchiale, che può descrivere fino a sei spire, ha un colorito molto variabile, con fondo arancio o giallo, e striature brune o viola.
Il tubo può arrivare a 30-40 cm di altezza e il diametro del ciuffo può superare i 20 cm. 
Lo spirografo è il più noto, il più comune e anche il più grande tra tutti i vermi e vive in ogni tipo di ambiente, colonizzando rocce, sabbia, relitti, e qualsiasi altro tipo di substrato, anche in acque portuali. In natura ho avuto modo di osservare gli spirografi in gruppi spesso numerosi, a formare veri e propri “bouquet di fiori” quando, tutti insieme appassionatamente, sfoggiano i loro coloratissimi ciuffi…
Ma non è raro vedere anche spirografi solitari, grandi e maestosi. Gli esemplari più belli li ho sempre trovati sui relitti, su ogni tipologia di relitto, specie reti abbandonate aggrovigliate e cime di vario tipo. Sui fondali detritici e sabbiosi gli spirografi sembrano spuntare dal fondo, come fiori in un campo.

Sabella spallanzanii

I tubi vengono a volte colonizzati da molti altri invertebrati, tra i quali mi colpiscono le colonie di idrozoi (sui quali a loro volta si trovano splendidi nudibranchi) o i gruppi di crinoidi che utilizzano i tubi come substrato.
Ma la cosa più bella che mi capitava fino a qualche tempo addietro e che ora si verifica sempre più raramente è lo spettacolo offerto dai cavallucci marini che, con le loro code prensili, si avvinghiano ai tubi degli spirografi.
Nello Stretto di Messina gli spirografi son comuni quanto belli e son presenti praticamente tutti i rappresentanti di questo gruppo, un po’ tutte le specie di vermi col ciuffo.

Sabella spallanzanii

C’era un posto, fino a qualche anno fa, chiamato il bosco degli spirografi, per la gran quantità di questi animali addossati gli uni agli altri: era affascinante osservare l’incredibile biodiversità che si nascondeva tra i tubi di questi anellidi e il colore dei ciuffi mossi dalle correnti del canale creava grandi suggestioni.
Oggi esistono ancora molti “boschi” di spirografi: i cicli biologici determinano continue variazioni e solo se ti immergi con frequenza puoi seguire i cambiamenti della vita nel mare e, nel nostro caso, gli spostamenti degli spirografi.

 

Francesco Turano

 

 

 

 

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