Giuseppe Cavarra
La leggenda di Colapesce
Tra le leggende che hanno la propria
collocazione nello Stretto di Messina quella di Colapesce è una delle più conosciute.
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Un oggetto culturale ha un suo significato se si alimenta di vita vissuta, se
"funziona" in termini di memoria nella collettività che in quell'oggetto scopre
le radici della propria identità.
Le credenze e le aspirazioni trasfuse nella leggenda di
Colapesce sono elementi connotativi di una messinesità che ha il suo fulcro nella
scoperta della colonna che traballa sotto Messina.
Per un informatore il terremoto del 1908 ... è dovuto ad un semplice
cambio di spalla: non un venir meno al proprio
compito, ma un momento di stanchezza che sorprende Colapesce come può sorprendere un uomo
qualsiasi.
Il particolare è un segno di quell'umanità che accompagna il personaggio
nell'evoluzione della sua leggenda.
Per i pescatori della Riviera Colapesce è il simbolo
della simpatia, del "soffrire insieme".
Ciò basta per fare della sua storia
l'espressione di un inconscio collettivo che, anteriore ad ogni razionalità, impone
all'inconscio individuale simboli carichi di forza emotiva. Le esigenze che legittimano
psicologicamente la leggenda sono convalidate dall'adesione di fede che negli informatori
non manca e nasce, più che dall'esigenza di spiegarsi il soprannaturale, dal bisogno di
umanizzare l'immaginario e di renderlo concreto.
Così Colapesce cessa di essere l'eroe
che soccombe sotto l'impulso della passione e diviene l'uomo proiettato alla difesa
di un ideale di vita da cui sono escluse l'angoscia e la paura. Ciò evita al personaggio
di ridursi ad incarnazione di una sopravvivenza inerte per assurgere a segno di una messinesità
che ha il suo perno nel labirinto dello Stretto dove si cova il destino della città.
Leggi per intero in
La leggenda di Colapesce
Giuseppe Cavarra
Intilla Editore
Versione estesa
www.colapisci.it
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