Dopo un tentativo andato a male di fotografare le ultime notizie qui
riportate, ero tentato di trovare la scusa della mia macchinetta fotografica
da due soldi, che fa le bizze e sforna immagini sfocate, per interrompere
questa cronistoria.
Chi avesse voluto conoscere il nome del vincitore del premio donato dalla
Regina Elena di Montenegro, lo avrei rinviato a leggerlo sulla “Gazzetta di
Messina e delle Calabrie” del 12 e 14 Marzo 1906. Ci ho ripensato ed ho
fatto riemergere alla luce, quanto mi è stato possibile. Sono nuovamente
tornato a fare il “topo di biblioteca” alla ricerca di avvenimenti, di mio
interesse, contemporanei ai fatti narrati in questo scritto.
E’ stato inevitabile distrarmi e tralasciare le mie ricerche, quando mi è
capitato sott’occhio un “Pro
Galati”.
Avevo subito pensato ad una società calcistica o ad una Pro Loco delle
tante. La mia curiosità mi ha portato a ritroso nelle pagine ingiallite da
cento anni di tempo, fino al 6 Febbraio 1906.
Sono sicuramente un uomo di montagna ma riesco a meravigliarmi di fronte a
qualsiasi manifestazione della natura. Non avevo mai letto di una mareggiata
e l’occasione diventa ghiotta; fotografo tutto e con calma, a casa,
ricompongo il mosaico.
Come chiunque avrà modo di leggere gli avvenimenti narrati, esprimo dei miei
giudizi e resto meravigliato di fronte al ruggito del mare, irriverente ed
irriguardoso, che si accanisce contro tutto e tutti.
Sfogata la sua ira, ritorna quel mare che piace a me, nella sua versione
migliore, elemento fondamentale nella catena della vita, collaboratore
stretto del Sole per l’origine dell’acqua, fonte di vita, “figlia
del monte e della pioggia”.
Durante questi slanci poetici e reminescenze scolastiche sul ciclo
dell’acqua, comincio a pensare che la più violenta, distruttiva e spaventosa
mareggiata, di cui si abbia notizia, a Galati, possa anche avere un valore
storico per chi a Galati adesso ci vive e convive con il mare.
Il mio senso della storia, aiutato da un garbato giornalismo d’altri tempi,
mi ha facilitato la lettura di avvenimenti lontanissimi nel tempo, nel
tentativo, vano, di coglierne la drammaticità di chi li ha vissuti.Nessuno
di noi potrà mai dire di esserci stato, è toccato ad altri uomini, donne e
bambini.
Il nostro doveroso omaggio alla loro memoria può solo limitarsi a questa
rievocazione, leggendo l’evoluzione di una tragedia, 101 anni dopo. Il 4
Febbraio 1906 era Domenica come oggi, 4 Febbraio 2007; il mio ricordo più
forte e sentito vada a quella
”infelice donna lattando due gemelle e con tre altri bambini aggrappati alle
vesti rappresentava la statua del dolore, e piangendo imprecava contro il
suo perverso destino.”
Gli articoli giornalisti sono stati riprodotti fedelmente per offrire la
possibilità di cogliere i segni di un’epoca ormai troppo lontana da noi.
L’elencazione riguardante la gara di solidarietà potrà apparire noiosa ma mi
è sembrato ugualmente doveroso farlo ed anche essa fornisce elementi di
interpretazione dei segni e dello stile della società di un secolo addietro.
Lascio al lettore ogni altra considerazione, che sarà solo sua, personale;
questo scritto è solo una occasione per tutti di vestire i panni dello
“storico di turno”.
La storia che toccherà a noi scrivere, sarà motivo di lettura per chi verrà
dopo di noi. La tramanderemo così come ci toccherà di viverla, mare calmo o
impazzito che sia.
ULLO PAOLO
Galati Marina - Messina
Domenica 4 Febbraio 2007