Da "La gazzetta di Messina e delle Calabrie" - A cura di  Paolo Ullo

Le mareggiate di Galati Marina del 1904 e 1906

6 febbraio 1906
La mareggiata del  4-5-6 febbraio 1906

La mareggiata a Galati
Sessanta case crollate e abbattute – Seicento persone senza tetto
 Tre pennelli distrutti – Gravissimi danni – Scene di dolore – I primi soccorsi
 Urge provvedere.
 

Dopo due anni

Mentre pareva svanito il pericolo pel Villaggio Galati delle mareggiate, mentre tutti credevano che i sei pennelli costruiti lungo la riviera pericolosa avessero scongiurato più seri danni eccoti nuovamente, a distanza appena di due anni un altro disastro che a detto di quei naturali non ha riscontro per la sua gravezza con tutti quelli che lo hanno preceduto.
E in effetto lo spettacolo che offre la riviera di Galati è raccapricciante, funesta dolorosissima per la lunghezza di circa 250 metri tutte le case sono state ridotte in frantumi e nella gora vorticosa dei marosi imperversanti le mura, i tramezzi sono stati ridotti in frantumi.

La mareggiata

Sin da ieri una forte mareggiata di Greco Levante si scatenò impetuosa sul villaggio Galati inondando tutte le case lungo la linea della strada provinciale e propriamente per tutta la lunghezza dal 1° pennello al 4° venendo da Messina.
I naturali del villaggio terrorizzati a quella violentissima bufera invocando aiuti e soccorsi al Delegato Municipale e ai Carabinieri, si dettero a tutta lena a rasciugare le case, tanto più che sul pomeriggio di ieri il tempo pareva rabbonirsi.
Stanotte però verso le ore tre il mare divenne violentissimo e aumentando di intensità, sospinto pure dalla forza vertiginosa del vento si scatenò di nuovo su tutta la riva di Galati con marosi e cavalloni impetuosissimi che alle ore cinque raggiunsero tale forza da distruggere un grosso muraglione, frangere completamente il 1° e il 2° pennello, aprire una larghissima fenditura al terzo, franare otto case e tutto il resto della palazzina del Notar La Spada, abbattere e portare a distanza completi massi di pietra, svellere tettoie, distruggere, allagare, rovinare tutto.

Il terrore della popolazione

A quella orrenda mareggiata innanzi a cui nessuna potenza poteva resistere perché l’acqua impetuosa, continua ed enorme, raggiungendo l’altezza di oltre 200 metri si succedeva con impulso sempre crescente da non lasciare scampo di sorta.
La massa della gente mandata ebbe solo il tempo trovar scampo sulla via provinciale traendo seco i bambini e i vecchi.
Si gridava a squarciagola aiuto e misericordia, s’invocavano i Santi, la Madonna e si gridava al soccorso e al salvataggio delle robe e delle suppellettili.
I pompieri che dal Municipio erano stati ieri a mezzogiorno inviati sul luogo, e che avevano lavorato quasi tutta la notte nel rasciugare le case, aprire scoli alle acque, a trasportare mobili da case a case pur essendo stanchi ed affranti, in vista del disastro compirono veri prodigi mettendo in salvo tutto quanto si apparteneva ai poveri danneggiati e cercando di dar ricovero ai piccoli ed agli infermi.
La mareggiata intanto inondava sempre più la desolata contrada e compiva l’opera sua distruttrice.

Le case inondate e crollate

Si resta terrorizzati alla vista dello spettacolo che offrono tutte le case distrutte. Eccone lo elenco:
Via Provinciale 28-29, Anselmo Cannizzaro, 30, Ingegnere Tomaso, 31, Naso Luigi, 32, 33, 34, 35, Casa Frassica Giacomo, 35 bis, Mondello Placido, 36 bis, Vedova Aloi, 37, Guadazzoli Pietro, 38, Tommasino Lorenzo, 36 bis, Lotello Giuseppe, 39, Muscarà Pietro, 40, Villari Antonino, 41, Oliveti Giuseppe, 43-47, Parini Giuseppe, 44, Frassica Pietro, 45, Spadaro Santi, 46, Olivieri Fortunato, Vedova Mazzeo, 48-49 e 54 Olivieri Gaetano, 50-52, Briguglio Giovanni, 55, Lombardo Notar Sergi, 56, Famà Sebastiano, 57, Zino Pietro, 58, Briguglio Sebastiano, 59, Camà Matteo, 60, Canizzaro Domenico, 61, Enicate Eduardo, 62, Panarello Letterio, 63 Canizzaro Alfonso, 64, Carifi Giovanni, 65, D’Arrigo Filippo, Filippa Trassari vedova Russo, Ing. Salvatore, N. 66 Micari Gaetano fu Cosimo.
N. 75 Visconti Rosa, 76, Micari Domenico, 77 Micari Diego, 78 Micari Antonino fu Pietro, 79, Micari Pasquale, 80, Micari Giovanni, 81, 82, 83, 84, 85, Micari Antonino fu Diego.

Tutti questi proprietarii hanno avuto distrutte le loro case e i loro pigionali hanno avuto distrutte e consumate le loro suppellettili e i mobili.
La palazzina del Notar Luigi La Spada dal lato della marina è tutta un masso di macerie e i pompieri hanno durato fatica a metter fuori tutta la mobilia non poca che l’arredava. La casetta terranea di certa Maria Cirino, moglie del bracciante Giuseppe Romano, che trovasi in America, sola ed unica risorsa della infelice proprietaria è un masso di macerie.
L’infelice donna lattando due gemelle e con tre altri bambini aggrappati alle vesti rappresentava la statua del dolore, e piangendo imprecava contro il suo perverso destino.

Due bambine salvate

All’urto dei marosi è crollato un muro che avrebbe sepolte due bambine decenni se un certo D’Arrigo Filippo non fosse sollecitamente accorso traendole in salvo.

Un'Osteria allagata

L’osteria gestita da Filippo D’Angelo e dalla moglie Caterina è stata inondata completamente. Due camere terrene sono restate senza soffitto e le macerie cadute hanno frantumati vasi, recipienti di vino e d’olio.

L'opera delle autorità

Come abbiamo detto ieri d’ordine del Sindaco si recarono a Galati il Comandante dei Vigili Signorile col Brigadiere Leone, l’appuntato Ferraro ed i pompieri Gennaro, Anastasi e D’Angelo.
Stamane si è recato sul posto l’Assessore ai L.L. P.P. Ing. Minoliti e l’Ingegnere Russo.
L’Assessore encomiando altamente l’opera dei Vigili ha dato disposizioni per lo sgombero delle case pericolanti.
Ha disimpegnato con abnegazione e zelo il servizio attivissimo l’aiutante dell’Ufficio Tecnico Comunale Sig. La Spada Francesco.
Il Signor Caratozzolo Matteo assistente dell’Ufficio Tecnico Provinciale ha gareggiato egualmente di zelo.
Il Genio Civile ha inviato a Galati, l’Ingegnere Lo Cascio, il quale ha approvate tutte le disposizioni già date insistendo per lo sgombro delle case pericolanti.
Il brigadiere dei RR. CC. Lo Cascio con i Militi Manganelli, Pennini, Massa, Gentile e Greco hanno disimpegnato che meglio non si doveva il dover loro coadiuvando nell’opera sua l’egregio Delegato Municipale Signor Moleti.

Soccorsi e richiesta di soldati

In vista del tempo sempre fosco e minaccioso ed in previsione di un altro temporale il Delegato Municipale e le altre autorità trovatesi a Galati hanno chiesto al Municipio e alla Prefettura soccorsi di vettovaglie e soldati.
Infatti il Municipio ha spedito grande quantità di pane e l’autorità militare ha provveduto per l’altra richiesta.

Altre case crollate

Ci telefonano da Galati 6 notte.
Dopo la partenza del vostro inviato, il mare continuò l’opera devastatrice, distruggendo le case site lungo la riviera.
I marosi raggiungono già la strada provinciale, recando gravi danni anche al ponte della linea tranviaria.
La popolazione atterrita assiste all’opera terribile di devastazione del mare.

Urge provvedere

I disastri che a breve lasso di tempo si sono succeduti a Galati debbono seriamente preoccupare ed impensierire la nostra Amministrazione Provinciale, il Comune ed il Governo perché si provveda con costruzione solida e tale da potere sostenere l’urto del mare in quella parte di riviera tanto soggetta alle mareggiate. In quella pericolosa insenatura di mare abbisognano dighe resistenti e non pennelli, né costruzioni che al primo urto di una bufera devastatrice non resistono e recano maggiori danni.
Occorrono provvedimenti solleciti e serii per salvaguardare una popolazione, che pur sacrificandosi al benessere comune, ha diritto di non veder continuamente messa in periglio la vita e gli averi. Oggi che l’ingegno umano ha raggiunto il clou nella Ingegneria, si pensi a far opera utile e duratura che pur costando un poco, potrà resistere agli urti vertiginosi del mare. Si risparmierebbero così tanti danari inutili, le cui perdite per i disastri verificatisi, sono tutti a danno dei poveri contribuenti.

E per oggi basta.


Il vento
Gravi danni nelle campagne di Messina.

Nelle nostre campagne la produzione è stata tutta distrutta. I vasti giardini sono stati talmente danneggiati da preoccupare i proprietari che si ripromettevano una abbondante raccolta.
Alberi sradicati e abbattuti, piantagioni distrutte, vigneti danneggiati.
L’impeto del vento di Greco e Levante sempre più crescente minacciava nuova rovina.
Il fenomeno verificatosi oggi ha in parte allarmato il nostro popolino per la sua straordinarietà. Per circa mezz’ora un’afa rendeva tutti oppressi poscia una fitta nebbia e la caduta di un pulviscolo rossastro, con un cielo di colore giallastro facevano presentire strani eventi e tutti si davano a far chiasso e commenti.
Intanto per tutta la notte il vento ha continuato a imperversare furioso.

 

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