Trachinus araneus CUVIER, 1829
Si distingue per avere il taglio
della bocca quasi verticale e per il numero
delle spine della prima pinna dorsale
Il corpo è affusolato e compresso lateralmente in tutta la sua lunghezza.
La pelle è ricoperta da
scagliette disposte in file oblique che fanno sembrare il
pesce striato. La linea laterale (79-80 scaglie) è parallela al profilo del corpo, ma dopo la
seconda dorsale si flette fortemente.
La testa è massiccia, con muso breve e rincagnato e con gli occhi situati
in alto nella parte superiore. Nell'estremità anteriore
dell'arco sopraorbitario vi sono un paio di appendici spinose.
La grande bocca è tagliata verticalmente ed è munita di
numerosi denti fittamente riuniti nelle mascelle, nel vomere, nei palatini, nei
pterigoidei e nel faringe.
Le pinne dorsali sono due.
La prima è triangolare ed è
formata da 5-7 spine in comunicazione con ghiandole velenifere.
La seconda è
lunga, con 26-29 raggi molli articolati uniformi, posta al
termine della prima. L'anale (2 raggi spinosi e 29-31 molli) inizia molto avanti ed è simile, ma più lunga
della seconda dorsale e i suoi raggi molli sono più robusti.
La pinna caudale è grande e con margine troncato. Le pettorali
(15-17 raggi) sono
ampie arrotondate. Le ventrali
(1 raggio spinoso e 6 molli) sono corte e inserite in posizione giugulare.
Foto di
Roberto Pillon
La tinta di fondo del corpo è bruna giallastra, più scura sul dorso e
bianco-argentea nella zona ventrale. Numerosi
punti neri si trovano dorsalmente, sulla testa e sulla coda. Lateralmente sui
fianchi, presenta una serie di macchie nerastre caratteristiche della specie; la membrana
interradiale ha una colorazione
nera tra le prime quattro spine della
dorsale.
E' una specie bentonica che vive sui fondali sabbiosi costieri a poca
profondità, in vicinanza di zone scogliose o di praterie, anche
a bassa profondità. Sta appoggiata sul fondo in agguato
oppure si affonda nella sabbia lasciando sporgere
gli occhi. La specie è tra le più pericolose dei mari
italiani e può assalire chi la disturba, causando
gravi e dolorosissime ferite per il veleno iniettato. Con persone predisposte, si può verificare un quadro comprimissorio
delle funzioni vitali. L'effetto del dolore viene attenuato mettendo a
contatto della zona ferita un corpo caldo o immergendola in acqua calda;
potrebbero essere richieste cure mediche. E'
carnivora e si pesca con le reti a strascico (sciabica) e con gli ami dei bolentini o a
traina. Le carni sono bianche, di ottimo gusto e molto apprezzate nelle zuppe di pesce.
Mediamente è lunga intorno ai 25 cm, ma può raggiungere i 40 cm
In Italia sì trova più o meno su tutte le
nostre coste, in Adriatico è più rara.
Foto di
Roberto Pillon
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Pillon
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