Colapisci
L'uomo che diventa pesce per scelta  o  per  necessità

Il tuffatore dello Stretto
 


Il tuffatore dello Stretto sul fondo

In queste righe, con l’aiuto di alcune immagini realizzate dall’amico Paolo Fossati, vedremo di cogliere alcuni aspetti curiosi della fotografia subacquea; anzi di quella fotografia subacquea che ha come unico scopo la valorizzazione della natura nella sua grande diversità e magnificenza.

Il fotografo al cospetto di un notevole esemplare di cerianto (Cerianthus membranaceus): siamo sui fondali di Scilla, porta dello Stretto, a profondità che si aggirano intorno ai quaranta metri.
Un tubo chitinoso sporge dal fondale offrendo rifugio al corpo di questo celenterato di rara bellezza: dall’estremità apicale della guaina tubolare sporge la fitta corona di tentacoli che rende a dir poco stupendo questo fotogenico animale.
Per il fotosub in azione non è un problema avvicinarsi e fotografare una simile specie, vista la sua immobilità. Tuttavia vibrazioni eccessive nel nuoto e negli spostamenti del sub potrebbero portare a contrazione dei tentacoli e perdita di una parte dell’eleganza, che in questo caso è veramente notevole.
Per avere una buona resa nella ripresa fotografica è necessario, in questo caso, abbassarsi il più possibile sul fondo cercando di slanciare la sagoma del celenterato, evitando di riprenderlo dall’alto verso il basso.

Bagnara Calabra, primo luogo della Costa Viola subito fuori dallo Stretto ma le cui acque risentono ancora dell’impeto delle correnti del canale.
A cinquanta metri di profondità ancora una volta dei celenterati antozoi, associati a una spugna per una scelta di vita in comune.
Si tratta delle comuni margherite di mare, scientificamente note col nome di Parazoanthus axinellae visto che trattasi di antozoi viventi spesso sulle spugne del genere axinella (nella foto l’animale in convivenza con la spugna Axinella cannabina).
Soggetto statico facile da fotografare, senza particolari problematiche nell’approccio.

Se i lettori di Colapisci hanno sfogliato tra gli articoli relativi alla Biodiversità dello Stretto avranno sicuramente notato, nel pezzo intitolato “Alberi gialli”, la storia di quel ramo di Gerardia savaglia finito male per mano di un subacqueo maldestro.
In questa foto si vede il nuovo tentativo, pienamente riuscito, del tuffatore dello stretto: la gorgonia rossa, posta circa sei mesi fa accanto al lembo di gerardia rimasto, è stata aggredita dai polipi gialli ed è iniziata una nuova colonizzazione ed espansione di una ramificazione.
La natura riprende il sopravvento, come sempre; l’uomo a volta collabora e a volte distrugge … come sempre!

Gallinelle sul fondo sabbioso, soggetti prediletti dai fotosub naturalisti che amano le immersioni sul sedimento e le distese di sabbia o fango.
Per fotografare i pesci dei fondi mobili sono necessari un grandangolo con possibilità di avvicinarsi a pochi centimetri dal soggetto e due flash contrapposti e ben posizionati, a distanze diverse dal punto d’interesse o con potenze diverse e ben dosate.
Il controllo delle ombre sulla sabbia e fondamentale e solo l’esperienza porta a risultati di un certo tipo. Il tuffatore è ripreso in azione sui fondali di Archi, a Reggio Calabria, nel cuore dello Stretto, dove le gallinelle prediligono alcuni ambienti caratteristici e col favore del buio si lasciano talvolta avvicinare e fotografare.

Sempre sui fondi mobili è possibile incontrare e fotografare con calma e concentrazione grandi molluschi, come questo bellissimo opistobranco che va sotto il nome di Tethys fimbria.
La lumaca, unica nel suo genere, è capace di compiere una vera e propria danza a mezz’acqua, con la grazia e l’eleganza che solo un parente del Mar Rosso, che chiamano ballerina spagnola proprio per le contorsioni che compie, può eguagliare.
L’incontro, un tempo abituale nel mare dello Stretto, era divenuto raro e per molti anni non si era più visto un solo esemplare di questa specie.
In questi primi mesi del 2008 si sono verificati però nuovi avvistamenti: speriamo sia un buon segnale per una ripresa della diffusione di questo fantastico animale.

 

Francesco Turano

 

 

 

 

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