Dopo il 1859 sull'onda dei moti
insurrezionali meridionali, e le vittorie della seconda guerra
d'indipendenza prendeva corpo il movimento unionista, che
portava i ducati di Toscana, di Parma e Modena, già gestiti
da commissari straordinari, a spingere verso l'annessione.
Anche a Bologna vi fu una grande manifestazione di popolo,
che portò all'allontanamento del del cardinale legato alla partenza
e all'arrivo di un commissario del re (Massimo d’Azeglio).
Insieme a Bologna erano insorte le città di Ravenna, Forlì
e Ferrara: Senza spargimento di sangue, mentre le truppe
pontificie si allontanavano, i patrioti formarono giunte
provvisorie che aderirono alla giunta di Bologna.
Insorsero inoltre anche una parte delle Marche, fino a
Jesi e Ancona, e l’Umbria.
Dopo una reazione papale forte, le città delle Marche e
dell'Umbria ritornarono sotto il papato.
Le legazioni rimaste liberate, insieme agli altri territori,
attraverso dei plebisciti decisero di essere annessi a Regno di
Sardegna.
Dall'annessione rimase fuori il
Veneto, che solo dopo il 1866 entrò a far parte del Regno d'Italia |