I  ricordi di Colapesce

Cola, nel suo viaggio verso l'abisso, si è portato i ricordi dell'umanità che conosceva e della terra su cui viveva. Ricordi che alimentano il sogno di sentirsi ancora uomo utile agli uomini.
Più che le albe e i tramonti, raramente meritevoli di far parte della memoria, 'Cola  ricorda le forti emozioni vissute al sorgere della luna, in considerazione del rapporto che ne crea con le acque dello stretto.  La luna appartiene all'animo di 'Colapesce e della sua gente. Ad essa si legano le passeggiate pensierose lungo le strade assonnate, il chiacchiericcio sulla soglia di casa in attesa di
accadimenti e, soprattutto le presenze inquietanti che vagano negli angoli bui dell'inconscio e che richiamano ancestrali dolori e licantropie.

Solo chi si è fermato lungamente a contemplare lo spettacolo dello Stretto in una notte di luna piena può afferrare il senso dell'anima dei messinesi. Anima figlia dei greci, dei romani, dei saraceni, dei normanni e degli angioini. Anima gravida dei sapori borbonici,  dei rigori piemontesi, delle sofferenze calabre, dei sogni romagnoli. Anima perduta nella tragedia e nel  dolore dell'umanità.
Immobili con la luna negli occhi, potrà capitare di sentirsi rapiti da un silenzio fatto di abbandoni e tenui bagliori d'onda. Poi, forse,  si sentirà anche il bisogno   di cercare conforto nell'abbraccio con se stessi. Ma alla fine   tutto il corpo sarà preda di una ansia filiforme, che stanca gambe e braccia  ed esistenza stessa.
Questi muti spettatori vengono smossi dal loro obnubilamento solo  quando all'improvviso sono percorsi da un gelido brivido sulla schiena...

Cola spesso riemerge di notte dal mare e, sotto la luna alta dello stretto, sa cogliere le essenze più segrete dell'esistenza.
Nascosto nel fondo del cuore, si porta, però, il rammarico di non aver potuto attraversare per intero le passioni dell'amore. Forse qualche sirena maliarda può avergli agitato il cuore, ma di quello che ha lasciato in questa terra abbiamo solo deboli testimonianze:
tracce di una lettera, inconsciamente preditiva, che disanima il proprio destino di perdizione e una dedica filmica ad un improbabile amore.

SirenaA Cola capita ogni tanto di assistere a strani fenomeni e spettacolari visioni sullo stretto. Il più famoso, che senz'altro  racconta ai suoi amici pesci,   è  il fenomeno della Fata Morgana e della sua allucinante magia.  Giornalmente, poi, la sua fantasia mitologica viene alimentata, mentre ha il suo bel da fare con le correnti muntantari e scinnintari.

In relazione alle sue capacità di riconoscere che tempo farà,  ha messo a punto tutta una serie di strategie. Così se sul maestrale i gabbiani risalgono da sud, nel giro di 1 o 2 giorni  arriva lo scirocco con le nuvole stratificate ed alte o se le nuvole ricadono facendo la barba a Dinnamare sarà tempesta

In qualità di pescatore, 'Cola rammenta la cura amorevole con cui  aveva messo a punto varie tecniche di pesca: da riva e dalla barca, da solo e in compagnia, di giorno e di notte.

Due Rematori ioniciCon la  ritualità e la perizia antica pescava Costaddeddi, Tunni, Piscispada, Ciciredda, Sciabacheddu, Totani, Buddaci, vidioli, alalonghi, palamati, spatuli, murini, augghi, pettini surici, scazzupuli, dintati, tracini, sicci, pruppa, pauri, sarichi, ammuru russu, minnuli, cirenchi, palamati, capuni, majatica, nannata, ....   Dio mio!  

Un patrimonio di conoscenza millenaria che sta per sparire. 'Colapesce dovrebbe tornare proprio per impedire questo scempio..

Oltre a pescarli, Cola, i pesci e gli altri abitanti marini, li mangia pure, riuscendo ad inventarsi   ricette semplici e saporite o sontuose e delicate. 
Re dei piatti è U piscistoccu a ghiotta, che è un pesce del luogo solo per adozione, poi i braciulittini d'augghi, i totani chini. Per i primi piatti ha una passione smodata per la pasta cu zucu di totani  e gli spaghetti c'u brodetto di vidiola

  dalla finestra

Alberto Biondi

   

www.colapisci.it

 


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