Cola,
nel suo viaggio verso l'abisso, si è portato i ricordi dell'umanità
che conosceva e della terra su cui viveva. Ricordi che alimentano il
sogno di sentirsi ancora uomo utile agli uomini.
Solo
chi si è fermato lungamente a contemplare lo spettacolo dello Stretto
in una notte di
luna
piena può afferrare il
senso dell'anima dei messinesi. Anima figlia dei greci, dei romani, dei saraceni, dei
normanni e degli angioini.
Anima gravida dei sapori borbonici, dei
rigori piemontesi, delle sofferenze calabre, dei sogni romagnoli.
Anima
perduta
nella tragedia e nel dolore dell'umanità.
Cola
spesso riemerge di
notte dal
mare e, sotto la
luna alta dello
stretto,
sa cogliere le essenze più segrete dell'esistenza. A Cola capita ogni tanto di assistere a strani fenomeni e spettacolari visioni sullo stretto. Il più famoso, che senz'altro racconta ai suoi amici pesci, è il fenomeno della Fata Morgana e della sua allucinante magia. Giornalmente, poi, la sua fantasia mitologica viene alimentata, mentre ha il suo bel da fare con le correnti muntantari e scinnintari. In relazione alle sue capacità di riconoscere che tempo farà, ha messo a punto tutta una serie di strategie. Così se sul maestrale i gabbiani risalgono da sud, nel giro di 1 o 2 giorni arriva lo scirocco con le nuvole stratificate ed alte o se le nuvole ricadono facendo la barba a Dinnamare sarà tempesta In qualità di pescatore, 'Cola rammenta la cura amorevole con cui aveva messo a punto varie tecniche di pesca: da riva e dalla barca, da solo e in compagnia, di giorno e di notte. Con la ritualità e la perizia antica pescava Costaddeddi, Tunni, Piscispada, Ciciredda, Sciabacheddu, Totani, Buddaci, vidioli, alalonghi, palamati, spatuli, murini, augghi, pettini surici, scazzupuli, dintati, tracini, sicci, pruppa, pauri, sarichi, ammuru russu, minnuli, cirenchi, palamati, capuni, majatica, nannata, .... Dio mio! Un patrimonio di conoscenza millenaria che sta per sparire. 'Colapesce dovrebbe tornare proprio per impedire questo scempio..
Oltre
a pescarli, Cola, i pesci e gli altri abitanti marini, li mangia pure,
riuscendo ad inventarsi ricette semplici e saporite o
sontuose e delicate.
Alberto
Biondi
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